David Hume

David Hume è uno scozzese di Edimburgo, viene da una famiglia con difficoltà economiche fino a quando riuscirà ad avere successo con la "storia di Inghilterra" in sei volumi che diventerà un best seller. Hume studiò giurisprudenza all'università di Edimburgo, che poi abbandonò perché gli interessava la filosofia e la letteratura; viaggiò molto (Francia, Vienna, Torino) tanto che ospitò Jean-Jacques Rousseau (filosofo politico molto importante).

L'INTELLETTO UMANO

In quel periodo tutti parlano dell'intelletto umano, questo era il tema principale del tempo, si voleva sapere com'era fatta la mente umana e come era fatto l'uomo. 

Nel libro di Hume ci sono dei passi in cui la natura umana viene analizzata da un punto di vista morale: es, ci sono due contadini che coltivano due terreni, uno accanto all'altro ma in modi diversi, la vigna però cresce nello stesso modo e nello stesso periodo, la natura umana fa si che i due contadini pensino solo alla loro terra; Hume a questo punto pensa che i due contadini potrebbero aiutarsi l'un l'altro, collaborare per ottenere un risultato maggiore, ciò non accade però, perché ognuno fa le cose per conto suo e questo deriva dall'incapacità umana di fidarsi del prossimo, perché ognuno pensa che il prossimo è lì per fregarlo (come dice Hobbes), avremo quindi due persone sole che lavorano, che si impegnano ma non collaborano perché la mente umana è egoista ed individualista, ma soprattutto competitiva e non collaborativa.


LA CONOSCENZA

Per Hume la conoscenza è fatta di elementi che troviamo sia in Locke che in Cartesio, con delle novità però, loro dicevano che il contenuto del pensiero è l'idea, Hume dice che il contenuto della mente, del pensiero è la percezione. La percezione è il complesso delle operazioni attraverso cui la mente si rapporta con il mondo esterno. Le percezioni sono quelle sensazioni, passioni, emozioni, considerate nel momento in cui le vediamo o le sentiamo (infatti gli artisti impressionisti, es. Monet, dipingono non ciò che vedono ma ciò che gli resta impresso nell'occhio, come il colore). Le idee sono immagini sbiadite, sbiadite significa che non sono attuali, non sono nella presenza, nell'immediatezza della vista (o degli altri sensi); l'idea è quindi il ricordo sbiadito di un impressione, non potrà mai raggiungere la forza di un'impressione. Naturalmente c'è un rapporto di causa-effetto, non ci sono idee senza impressioni, prima abbiamo un impressione e conseguentemente un'idea, non c'è l'una senza l'altra.


RAPPORTO CON IL MONDO/ESTERNO

Noi abbiamo un rapporto col mondo, abbiamo un rapporto con la materia, cioè con qualcosa al di fuori di noi.

Noi abbiamo un rapporto con il mondo ma attraverso impressioni, ciò significa che questo è un rapporto che mi mette in contatto con il mondo attraverso impressioni, ma in realtà, il rapporto è con me stesso, perché ad avere impressioni sono io, abbiamo un rapporto con mondo attraverso stati mentali: ed esempio, se io non avessi cervello e mi cadesse un vaso in testa io non potrei dire nulla, perché non riuscirei a sentire emozioni o passioni.

Quindi l'impressione è soggettiva, dipende dall'individualità, dal soggetto, dalla persona, tanto è vero che è molto diversa da quella delle altre persone. Niente esiste, esistono solo le mie percezioni.


L'ABITUDINE

Un'altra facoltà di cui parla Hume è l'abitudine. 

L'abitudine è una specie di apprendimento a mettere cose insieme, se non ci fosse noi ogni giorno dovremmo imparare a camminare per esempio. Essa è un sapere acquisito che tu puoi anche tralasciare per anni ma rimane impresso.

La facoltà di stabilire una relazione tra le idee Hume la chiama immaginazione, essa non sempre opera liberamente e non è affidata al caso come nei sogni. L'immaginazione è un'attività che mette in connessione cose che prima non erano collegate, così otteniamo un prodotto del tutto nuovo. Questo collegamento è garantito grazie ad una forza che abbiamo dentro di noi: il cosiddetto principio di associazione, esso viene definito da Hume "dolce forza" perché associamo le cose senza neanche rifletterci. Come quando per esempio associamo il ritratto di un personaggio alla persona in carne ed ossa. Questa forza agisce secondo tre criteri: la somiglianza, la contiguità nel tempo e nello spazio e la causalità. 


LE RELAZIONI TRA IDEE E LE MATERIE DI FATTO

Una delle questioni più importanti sono: le materie di fatto e di materie di mente.

Si tratta semplicemente di proposizioni che costruiamo basandoci sul PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE. Questo principio afferma che è impossibile che una cosa sia e non sia nello stesso tempo che secondo il medesimo modo di guardarla. Ad esempio un vocabolario è un vocabolario a guardarlo, ma se lo lancio contro qualcuno può diventare un'arma. 

Le proposizioni che concernono le verità di fatto non sono fondate sul PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE bensì sull'esperienza, giacché il contrario di un fatto è sempre possibile e ogni cosa che è, può non essere. In sostanza Hume dice che è impossibile che principio di non contraddizione qui non vale, cioè nella realtà le cose vanno come devono andare ma potrebbero anche andare in modo diverso. Non abbiamo nessuna garanzia per quando riguarda la nostra esistenza se non quando parliamo di Matematica e geometria che sono in perfetta linea con il principio di non contraddizione, tutte le altre conoscenze che abbiamo di altre discipline sono discipline che hanno come base il principio di casualità, e quindi non ci possono dare la certezza che domani sarà così. 


IL PRINCIPIO DI CAUSALITÀ

Tutti i fatti che si fondano sul principio di causalità, ovvero un'idea complessa che Hume sottopone a una serata critica. Ora, la tesi fondamentale di Hume è che la relazione tra una causa e il suo effetto non può essere mai conosciuta mediante un puro ragionamento, ma solo per esperienza.  Posso dire che la causa del gatto che qualcosa è caduto a terra sia stata la mia mano che l'ha spinta, ma lo posso dire solo per esperienza e non a priori. A priori significa a prescindere dall'esperienza, si contrappone invece a posteriori= dopo l'esperienza. L'idea che il corso della natura sia uniforme costituisce quindi il fondamento del principio di causalità. L'uomo tuttavia crede che la natura non cambi e fonda tutto il suo corso della vita pur non avendone un fondamento oggettivo, il principio dell'uniformità della natura corrisponde ad una abitudine che costituisce una credenza non razionale e soggettiva: essendo abituati a vedere ogni girono il sole che sorge, gli esseri umani sono portati a credere che esso si presenti così in futuro, ma non è affatto detto. È dunque l'abitudine a spingerci a credere che domani il sole si leverà come si è sempre levato.




Commenti

Post più popolari