Thomas Hobbes

Thomas Hobbes nasce a Westport nel 1588, studiò il latino e il greco, fece diversi viaggi in Francia e in Italia (conobbe Galilei). Abbandonò definitivamente l'Inghilterra quando, durante i conflitti tra Carlo I e il parlamento era sempre più vicina la guerra civile e Hobbes temeva la persecuzione per le sue idee favorevoli alla monarchia.

In Italia abbiamo avuto la monarchia fino al 1945. L'uomo per la maggior parte del tempo ha vissuto nella monarchia e questo perché i re venivano sempre disegnati con attorno angeli, madonna, dio, Gesù ecc, questo perché l'origine della monarchia e della sovranità deriva direttamente da dio, questa concezione deriva dall'impero romano: l'imperatore era come il rappresentante di dio in terra e questa concezione è durata fino all'anno 1000; dopo l'anno 1000 non è più così, infatti iniziano le prime lotte tra papa e re —>  lotte per le investiture.


LA PROSPETTIVA CONTRATTUALISTICA

Secondo Hobbes la monarchia nasce da un contratto, parliamo di contrattualismo una teoria giuridica ed economica, che caratterizza la riflessione moderna sull'origine e sui limiti del potere, consiste nel fatto che una decisione viene presa da due o più parti. 



CONDIZIONE PRE-SOCIALE E DIRITTO NATURALE
Per Hobbes però questi diritti che ha l'uomo per natura non disegnano un quadro di una società pre-civile roseo: per esempio, l'uomo ha il diritto alla libertà ma nello stato di natura questa libertà è pericolosa. 

Lo stato di natura è uno stato, quindi una condizione precivile, prima degli stati e delle società basate sulle leggi, in cui gli uomini sono in una condizione in cui tutti hanno diritto su tutto, non ci sono leggi, quindi c'è la libertà di prendere ciò che si vuole, di fare ciò che si vuole. Così però si arriva ad uno stato di guerra, Hobbes dice "omnia bellum contra omnes", infatti gli stati sono nati proprio per evitare questa condizione, perché se non ci fossero leggi e stati saremmo allo stato bravo; la società infatti non si organizza di certo perché l'uomo è buono, anzi è proprio il contrario.

Parliamo della natura egoistica dell'uomo: Per Hobbes noi stiamo insieme per bisogno o per paura di stare da soli, è una visione pessimistica dell'uomo: l'uomo non è considerato un animale socievole, come diceva Aristotele, e per tanto la società non nasce dalla naturale socievolezza dell'uomo. In primo luogo l'uomo sta insieme solo per bisogno o paura; in secondo luogo l'uomo sta insieme ad altri per interesse: quando due uomini si mettono in società, essi pensano a quanto possono ricavare personalmente e non al bene della società; quindi Hobbes non nega che gli uomini non abbiano bisogno gli uni degli altri, nega invece l'esistenza di un amore naturale dell'uomo verso il suo simile.

L'uomo infligge gratuitamente sofferenza ai suoi simili senza necessità (gli animali invece lo fanno per necessita). Es guerre attive, persone che muoiono di fame ecc. quindi noi non possiamo essere esseri buoni, è nella natura dell'uomo essere cattivo/ invidioso. La frase che identifica quindi lo stato di natura di Hobbes è "homo homini lupus", cioè l'uomo è un lupo per gli altri uomini: significa che noi per i nostri simili non siamo come ci imporrebbe il dettato evangelico "ama il tuo prossimo come te stesso", infatti l'uomo prova sempre invidia.

Lo stato di natura è per Hobbes un'ipotesi, lui non crede infatti che l'uomo ad un certo punto si sia trovato nella situazione di guerra contro tutti (ci saremmo già estinti se no); qui arriva l'ipotesi contrattualistica: è vero che gli uomini sono cattivi e invidiosi ma sono anche razionali, quindi per arrivare ad una soluzione e non continuare una guerra infinita, decidono di fermarsi e capiscono che questa situazione deve finire; ci sarà un momento in cui dovremo fare questo ragionamento rispetto all'antropocene. 


LO STATO SECONDO HOBBES

Le persone nello stato di natura sono dotate di forza e cedono una parte della loro forza allo Stato, ovvero una parte dei loro diritti ad un altro, che è una persona non fisica ma giuridica (lo Stato è considerabile una persona giuridica). Hobbes per rendere meglio l'idea disegna lo stato come se fosse una persona gigantesca o un grande serpente; se un uomo è gigante, vediamo che la sua pelle è formata da tanti piccoli uomini. La grandezza di uno Stato è, infatti, data dalla parte di forza che i cittadini hanno ceduto ad esso. Lo Stato ha quindi più forza di noi grazie ad un contatto stipulato tra noi cittadini (non con lo Stato perché ancora non esisteva).

Ci sono tre regole nella nascita dello stato "Hobbesiano":

  • I lupi invece di fare una guerra "tutti contro tutti" (bellum omnium contra omnes), si mettono d'accordo per dare il comando ad uno solo, che sarà il più potente poiché riceve la forza dagli altri e dovrà amministrare lo stato e stabilire delle regole. E' proprio il sovrano, infatti, a stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
  • Bisogna realizzare la pace, poiché senza di essa non può esistere la società. La pace si realizza con la forza che ha il sovrano di imporre delle regole a tutti quanti. 
  • "Pacta sunt servanda" (I patti devono essere rispettati). Potrebbe sembrare banale e superfluo ma ci sono dei teorici che dicono che il cittadino si ribella al sovrano e gli taglia la testa. Questa frase significa che il patto che il cittadino ha fatto, dando forza al sovrano, deve essere rispettato, è irreversibile. Il sovrano è, infatti, assoluto (=sciolto) e se non lo fosse, non avrebbe potere. Il sovrano di Hobbes, però, lo hanno eletto i cittadini.

LA POLITICA

Per la politica si contrappongono Hobbes e Locke; innanzitutto c'è una differenza tra la diversa concezione di Stato di natura tra Locke e Hobbes.

Per Hobbes la convivenza è determinata dal caos, dalla guerra costante dove tutti sono contro tutti in cui non ci sono limitazioni e tutti esercitano il proprio diritto a prendere quello che trovano (ovviamente si crea confusione) tanto che le attività economiche non si possono svolgere. Per questo Hobbes propone una soluzione: piuttosto che essere tutti contro tutti rinunciamo ad una parte del proprio potere e la diamo ad un sovrano che fa valere le regole della convivenza civile per la pace (per hobbes la pace è essenziale). 

Per Locke non la pensa cosi: lui pensa che la condizione naturale dell'uomo non è una condizione di guerra di tutti contro tutti e quindi lo Stato che viene dopo lo stato di natura, quindi lo stato civile, è una continuazione dello stato di natura perché nello stato di natura in Locke non c'è guerra. 


TEORIA DEL LIBERALISMO

Hobbes dice che non ci si può mettere contro lo stato perché il pattum unionis è irreversibile, la rivoluzione francese per Hobbes non esiste perché il contratto non è tra i gruppi e il sovrano ma tra i gruppi stessi. Per Lock invece non è così perché il sovrano è sottoposto alle leggi, i cittadini inoltre secondo lui hanno il diritto di ribellarsi.







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